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Le 10 ricette dolci e salate più amate nel 2020

Che sapore ci ha lasciato in bocca l’anno appena concluso? Abbiamo deciso di ripercorrerlo attraverso le 10 ricette più amate nel 2020, quelle che avete salvato e condiviso più dal nostro account Instagram @italiaintavola.

Il 2020 è stato l’anno dei ristoranti chiusi, del lockdown e della famiglia in casa sette giorni su sette. Non ci è rimasta che la cucina, il nostro rifugio e il nostro luogo felice mentre la quotidianità veniva stravolta. Ma anche la cura emotiva che ci ha aiutati a distrarci facendoci (ri)scoprire la gioia dei fornelli e di condividere (digitalmente) il piacere della buona tavola.

Ammettetelo, anche voi avete fatto parte della schiera dei buongustai che non hanno perso occasione per mettere le mani in pasta. E allora non perdetevi queste ricette, realizzate e condivise con noi da questi 10 bravissimi creator –  @scusatema, @lau_ra.p, @giovannahoang, @rafanoecannella, @still_lari, @scacciapensieri_blog,  @rossana_pegurri, @impastandoaquattromani, @ilragazzochecucina, @rizzorosetta – che ringraziamo e a cui facciamo i nostri complimenti!

Ndunderi di Minori

Il nostro viaggio enogastronomico nello strambo ma gustoso 2020 parte dalla Campania, precisamente da Minori, nella meravigliosa Costiera Amalfitana. Gli “ndunderi alla minorese”, sono una particolare tipologia di pasta fatta a mano, simile agli gnocchi ma con l’aggiunta della ricotta.

La loro storia è antichissima, pare infatti che i pastai di Minori si ispirarono alle “palline latine”, piatto tipico dell’epoca romana, formate dalla “farina caseata”, ovvero da farro e latte cagliato. Le massaie locali col tempo modificarono la ricetta aggiungendo l’uovo e il formaggio di vacca grattugiato. Questo piatto si è tramandato fino ai giorni nostri ed oggi e viene preparato solitamente in occasione dei festeggiamenti della Santa Patrona Trofimena, che a Minori viene celebrata ben cinque volte all’anno.

Volete prepararli anche voi? Ecco la ricetta di @scusatema!

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Tartufi al cioccolato e al caffè

Pochi ingredienti, niente uova, qualche minuto di riposo e niente cottura. Preparare questo capolavoro dell’arte dolciaria italiana è semplice e il risultato accontenterà i gusti di tutti!

Il morbido impasto a forma di pralina si scioglie delicatamente in bocca lasciando un’emozione sublime capace di coinvolgere tutti i sensi. Il tartufo dolce è il uno dei simboli culinari dalla tradizione dolciaria torinese degli anni ’80 e ’90, ma con un sapore così intenso da risultare irresistibile ancora oggi.

È proprio il Piemonte, terra di tartufi (veri) e di cioccolato, la patria di questa dolce coccola che nacque, pensate un po’, dagli scarti della preparazione del torrone! Un “inno al recupero” addirittura nei macchinari, visto che l’impasto veniva colato all’interno delle torroniere spente: bastava il calore residuo per permettere agli ingredienti di amalgamarsi.

Preparate gli avanzi di biscotti da riciclare e godetevi la ricetta di questi spettacolari tartufi di @lau_ra.p!

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Torta squisita

Di nome… e di fatto! Ci spostiamo nella Garfagnana, l’isola verde della Toscana, per scoprire la sua sfiziosa specialità dolciaria, una delle ricette più amate nel 2020. Una torta dall’aspetto molto classico ma con un cuore super goloso a base di ricotta di pecora e cioccolato fondente.

E come spesso accade, una pietanza non è solo cibo ma un frammento di storia. Nel secolo scorso questo dolce veniva preparato specialmente in occasione di nozze e cerimonie, soprattutto quando i soldi erano pochi ma era tanta invece la voglia di portare in tavola qualcosa di saporito e goloso!

A piacere si può arricchire con pinoli e canditi, perché si sa, lo spazio per un ricco dessert si trova sempre!

Se volete cimentarvi nella preparazione di questa torta squisita, qui trovate la ricetta di @giovannahoang.

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Patè di pomodori secchi

Strade piene di grate lunghissime, ricoperte di pomodori stesi sotto il sole, profumo inebriante nell’aria, quel rosso corposo e quel sapore intenso che ci riportano all’infanzia: stiamo parlando dei pomodori secchi, un vero e proprio rito della cucina mediterranea. Ogni membro della famiglia contadina era impegnata in questo rituale di bontà, quando l’inverno era alle porte e bisognava accumulare provviste per i tempi più duri. Una volta essiccati completamente, i pomodori venivano poi messi in vasi di terracotta e conservati in un luogo fresco della casa o messi sott’olio.

E come tutte le tradizioni del passato che ritornano, ancora oggi il paté di pomodori secchi è una di quelle conserve casalinghe che non può mancare nella nostra dispensa. Perfetto sia come condimento per la pasta sia sulle bruschette per dare un tocco mediterraneo 100% naturale al vostro pasto, vi ha letteralmente conquistati, diventando una delle ricette più amate nel 2020.

Pronti per farne una bella scorta? La ricetta di questo ottimo patè di pomodori secchi ce la regala @rafanoecannella!

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Torrone dei morti

Torniamo in Campania, con una specialità che si prepara in occasione della commemorazione dei defunti. Il cosiddetto “Torrone dei morti” rappresenta un modo per allietare ai defunti il viaggio verso l’aldilà. La tradizione vuole che in un tempo lontano, fossero proprio i bambini a portare questo torrone ai propri cari saliti in cielo come dono offerto in virtù del fatto che l’anima del defunto potesse tornare per qualche ora a far visita ai parenti.

Si tratta di un’usanza ancora oggi molto sentita, tanto che durante i primi giorni di Novembre il centro storico di Napoli è sommerso da bancarelle che vendono torroni in mille gusti e mille forme per soddisfare il palato di tutti. A differenza del torrone classico fatto di mandorle e miele e dalla consistenza dura, il Torrone dei morti, chiamato anche “O Murticciell” è a base di cacao, è morbido e cremoso ed ha una caratteristica forma… A bara!

Leggenda e tradizione a Napoli si fondono in tavola per addolcire qualsiasi situazione. Ecco la ricetta del “Torrone dei morti” di @still_lari per provare a replicarla!

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Arancine siciliane

Di tutti e di nessuno. Ogni città siciliana rivendica la paternità dei famosissimi arancini (o arancine) al ragù. La verità è che gli arancini sono la storia di tutta la Sicilia fatta polpetta! L’origine di questa pietanza risale alla dominazione degli arabi, che erano soliti mangiare riso allo zafferano appallottolato nel palmo della mano e condito con erbe e carne di agnello. L’invenzione della panatura viene invece fatta risalire alla corte di Federico II, nel tentativo di conservare il cibo per trasportarlo durante i viaggi e le battute di caccia. Il nome, è chiaro, s’ispira all’agrume di cui la Sicilia era ricca mentre la fama smisurata si deve forse al celebre buongustaio Commissario Montalbano (vuoi scoprire le sue ricette preferite? Le abbiamo raccolte qui!) 

Ma l’ingrediente più importante degli/le arancini/e è la pazienza: non bisogna mangiarlo subito! Ci vuole calma, deve raffreddarsi in mano qualche minuto per poterne cogliere la bontà di tutti i singoli elementi.

Dopo avervi fatto venire l’acquolina in bocca, vi lasciamo la ricetta delle arancine siciliane di @scacciapensieri_blog.

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Migliaccio napoletano

A Carnevale ogni leccornia vale! Torniamo ancora in Campania (che sembra essere la vincitrice culinaria di questo 2020 su Instagram) per gustare un piatto della tradizione contadina che conquista a ogni morso: il Migliaccio.

Il Migliaccio è un dolce che ha origini molto antiche, addirittura medievali. Nella ricetta tradizionale l’ingrediente principale è il miglio, da cui prende il nome, un ingrediente legato alla cucina povera partenopea. Con il passare degli anni però è stato sostituito dal semolino, fatto cuocere in un composto di latte e burro. Inoltre, nella tradizione antica, veniva aggiunto addirittura il sangue di maiale nell’impasto, usanza che è andata completamente persa negli anni.

La sua particolarità è che si scioglie in bocca quasi come fosse una mousse: sembra quasi una sfogliatella napoletana per la morbidezza del suo ripieno e, infatti, a Napoli viene anche chiamato “sfogliata”.

Ma perché aspettare Carnevale? Se avete voglia di preparare il migliaccio napoletano, ecco la ricetta di @rossana_pegurri.

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Gnocchi di patate

“Giovedì gnocchi”,  si dice, ma in realtà gli gnocchi vanno bene sette giorni su sette! Il detto ha origini laziali, più precisamente romane, e risale all’immediato dopoguerra, quando era fondamentale trovare piccole ma preziose regole per sfamare l’intera famiglia ottimizzando le scarse risorse. Quindi il giovedì si preparava un piatto nutriente e corposo come gli gnocchi per avere le forze di affrontare un venerdì fatto solo di pesce e legumi.

Tra le ricette più amate nel 2020 non poteva mancare questo primo piatto che mette tutti d’accordo, e che conosce numerosissime varianti non solo in Italia ma in molti paesi del mondo. A seconda della tradizione, vengono preparati in maniera differente sia per forma sia per il sugo con cui condirli. Il filo conduttore? La loro capacità di riportare tutti alle tradizioni più genuine della nostra storia!

Vi è venuta voglia di preparare un bel piatto di gnocchi? Ecco a voi la ricetta di Mary e Mina di @impastandoaquattromani!

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Torta di mele

La torta di mele della propria nonna è un ricordo che ciascuno di noi conserva nel cassetto dei ricordi d’infanzia. Un rito domestico, una tradizione familiare che riesce a far sentire ancora il suo sapore anche da adulti. Pensate che è nata prima la torta di mele che il frigorifero! Per non sprecare la frutta, infatti, e in assenza di un metodo di conservazione appropriato, si cuocevano gli ortaggi in diversi modi per preservarne il gusto.

Morbida o croccante, con crema o senza, con base frolla o sfoglia: ogni famiglia ha la sua ricetta, tramandata per tradizione, di generazione in generazione. @ilragazzochecucina ci propone una Torta di Mele con crema pasticcera: volete assaggiarla? Eccovi la ricetta!

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Montanare

Chiudiamo il nostro viaggio tra le ricette più amate nel 2020 con le Montanare, le tipiche pizzette fritte della cucina napoletana. Anzi, un vero e proprio vanto della cucina partenopea! Ma come può la città del sole e del mare avere una pietanza con questo nome? L’origine è legata ai “montanari” (i forestieri provenienti dalle montagne), che erano soliti mangiare panini farciti con pomodoro, basilico e formaggio. La ricetta si è evoluta, con la fantasia e le poche risorse a disposizione dei napoletani, nella pizza fritta, visto che quasi nessuno possedeva un forno in casa.

Forse qualcuno ricorda la scena del film “L’Oro di Napoli” in cui una stupenda Sophia Loren frigge Montanare e finge di aver perso il suo anello nell’impasto. Ecco, stiamo parlando proprio di questa pietra miliare dello street food napoletano che potete riproporre a casa vostra con la ricetta di@rizzorosetta!

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Il 2020 raccontato attraverso queste 10 ricette scelte da voi ha decisamente un sapore meno amaro! È da questi sapori e da queste tradizioni che vogliamo ripartire con orgoglio, con tanta emozione e con un pizzico di allegria, l’ingrediente indispensabile per guardare al futuro con positività (d’animo, s’intende!)

 

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