Lorem ipsum dolor amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus.

Baker

Follow Us:
cucinare-stanca

“Cucinare stanca”: tips e ironia per scoprire l’arte della cucina

Parafrasando Cesare Pavese e la sua celebre frase “lavorare stanca”, Sofia Fabiani – aka @cucinare_stanca – ha dato vita a uno degli account Instagram più interessanti del momento nel mondo food.

Tra pillole di saggezza e tecniche da chef, con fare da prof di matematica, fisica e chimica ma con grande ironia e intelligenza, ha iniziato a raccogliere un gran bel consenso. Intorno a lei si è creata velocemente una community di ‘incapacy’ che mette alla prova con complicati test ed equazioni.

Chi c’è dietro @cucinare_stanca, e come nasce il progetto? 

Nel mio nome, Cucinare Stanca, è racchiuso il senso del mio progetto: trasmettere un’idea di cucina poco patinata e piuttosto rude, a rappresentare fedelmente il mondo vero della cucina e della pasticceria.
Spesso a chi mi chiede incredulo perché io abbia cambiato lavoro e continua, dicendo che chiunque vorrebbe essere pagato per fare il pasticciere, rispondo che la realtà è molto diversa da quella che si vede, soprattutto sui social, perché questo non è un lavoro per deboli di cuore.

Al contrario di quanto si percepisce sui social, nella maggior parte dei profili di food, nessuno entrando in laboratorio ti dice sorridendo: ‘’Buongiornissimo regina, ti sei svegliata bene? Caffè?’’.
ll mondo della cucina e della pasticceria è un mondo fatto di toni alti e ritmi ancora più alti, non è glassare una torta al giorno o fare una piroette in una nuvola di zucchero e vaniglia, non è seguire una ricetta ciecamente ma è risolvere un problema dopo l’altro, recuperare 10 kg di impasto sbagliato e resistere a orari spesso impossibili.
Il mio è un progetto ironico e scanzonato ma con un contenuto realistico e spero utile, quello che mi preme far capire ai miei piccoli incapacy è che saper cucinare è saper capire il perché di quello che si sta facendo, con la speranza che col tempo si acquisisca un’autonomia tale da non ricevere più messaggi come: 

‘’voglio fare lo zabaglione senza uova e senza alcol, me lo calcoli?’’.

zabaglione

Raccontaci qualcosa di Sofia Fabiani: chi è, cosa sogna?

Quando avevo 13 anni era di moda fare le maledette problematiche con i capelli davanti alla faccia, la frase che scrivevo ovunque, dopo aver letto Sulla strada di Kerouac era: ‘’a me piacciono troppe cose e io mi ritrovo sempre confuso e impegolato a correre da una stella cadente all’altra finché non precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione.’’

Ovviamente allora non capivo niente di niente in generale, ma meno che mai cosa significasse la parola confusione, volevo solo essere un po’ maledetta, però alla fine come si dice fra le incredibili romantiche ‘’bisogna fare attenzione a quello che si desidera’’, mai frase si è rivelata più adatta a me.

Fra le mie ‘’troppe cose’’: ho studiato giurisprudenza a Roma, dal giorno alla notte mi sono trasferita a Milano per fare un corso semi-professionale di pasticceria e lavorare, prima come stagista, poi normalmente, come pasticciera. Sempre dal giorno alla notte mi sono trasferita a Brescia, dove mi sono diplomata col massimo dei voti (le c.d. 5 stelle) alla CAST Alimenti, la scuola di Iginio Massari e Vittorio Santoro. Finita la scuola ho deciso di tornare a Roma a fare uno stage, per poi tornare di nuovo a Milano a lavorare in una pasticceria di stampo francese, licenziarmi dopo Natale e ritrasferirmi a Roma per rimanerci.

Una volta ripreso confidenza con la mia città ho realizzato che a me davvero piacciono troppe cose e quel tipo di vita mi permetteva di farne solo una. Mi è costato molto ammettere di non voler fare la vita da pasticciera, che consisteva in sveglia alle ore 4.10 ogni giorno, alle ore 5.00 dovevo essere in laboratorio già cambiata, ritmi alti, carico di lavoro molto pesante, tutto ciò senza mai sapere a che ora potessi uscire dal lavoro, con turni di 13-14 ore al giorno. 

Soprattutto mettetevele voi obbligatoriamente le calze contenitive color carne tutto il giorno.

Mi pesava molto non avere una vita sociale, che nonostante il mio atteggiamento rude, mi è molto cara, non riuscivo a viaggiare se non per una settimana l’anno, non avevo mai un week end libero, non potevo andare a provare un ristorante nuovo perché alle 20.00 circa dovevo iniziare a cercare di prendere sonno e, se per qualche particolare evento dovevo uscire la sera, contavo con le dita le ore che avrei potuto dormire quella notte.

Ho iniziato così a lavorare nella società di mio padre, che negli anni poi è diventata mia, mi occupo di consulenza ambientale, ho preso un secondo diploma di Perito Industriale Chimico a 30 anni, appassionandomi moltissimo alla chimica, in particolare alla chimica degli alimenti. 

Mi piacerebbe dire che sia il mio lavoro, ma non è così, mi occupo principalmente di smaltimento rifiuti, motivo per il quale nella mia pagina ho deciso di parlare anche di riciclo del cibo che, anche in base agli scenari che spesso per lavoro ho davanti, mi sembra un argomento sul quale bisogna ancora sensibilizzare.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cucinare stanca (@cucinare_stanca)

>

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cucinare stanca (@cucinare_stanca)

 

Questo è un lavoro molto tecnico che lascia poco spazio all’immaginazione e alla fantasia, che come recita la mia prima pagella delle elementari: ‘’si distrae spesso, fervida fantasia’’, ma allo stesso tempo è un lavoro che mi permette di dedicarmi, dopo le 18.00, alle mie ricette, a scrivere di quello che mi interessa e a insultare un pochetto i miei piccoli incapacy.

 

Parlaci della rubrica “Didattica a distanza for dummies”

Il progetto @cucinare_stanca nasce certamente dal mio desiderio di descrivere il mondo reale della ristorazione e della pasticceria, ma anche di far confluire in un unico contenitore tutte le cose che vorrei facessero parte della mia vita: la pasticceria, che rimane la mia cosa preferita dopo la frase ‘’ma che capelli stupendi che hai’’, la chimica, l’ambiente e il parlare a sproposito di quello che mi viene in mente.

Quando parlo di pasticceria non posso tralasciare in nessun caso l’aspetto scientifico, perché al contrario della maggior parte dei piatti salati, la pasticceria non si può fare a sentimento. Da qui nasce la rubrica settimanale ‘’Didattica a distanza for dummies’’, una serie di slide, semplici, almeno credo, in cui affronto dal punto di vista tecnico una delle preparazioni base della pasticceria, cercando di guidare i miei incapacy soprattutto a riconoscere l’errore e a modificarlo. Mi piace molto scrivere di didattica, perché anche quando preparavo le mie cose a casa, prima di fare questa professione, avrei avuto molto bisogno di una guida che dicesse dove sbagliavo, dandomi uno schiaffo sulle mani, e non una serie di ricette da seguire ciecamente affidandosi alla fortuna.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cucinare stanca (@cucinare_stanca)

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cucinare stanca (@cucinare_stanca)

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Cucinare stanca (@cucinare_stanca)

Cosa ti piacerebbe fare da grande?

In futuro mi piacerebbe ampliare la didattica a distanza, intanto accorciando le distanze, vorrei organizzare dei workshop per i miei incapacy, sulle basi, la scienza in pasticceria, l’organizzazione degli spazi in cucina e come fingersi perfette persone di casa, senza esserlo, solo per ingannare i malcapitati di turno.
Cose che spesso si ritengono secondarie ma che sono alla base di ogni singola ricetta, del tempo che si impiega a metterla in pratica e delle relazioni sentimentali.

Scritto da:

italia-in-tavola-logo
Italia in Tavola
hello@italiaintavola.digital | Altri articoli:

Il cibo è esperienza, cultura, arte, amore. Dal 2013 raccontiamo l’Italia attraverso piatti della tradizione e prodotti di eccellenza, e siamo convinte che il nostro quarto senso - il Gusto - sia capace di prendere per mano un viaggiatore e incentivarlo a scoprire i paesaggi, la cultura e le storie che si nascondono fra un piatto e l’altro. La comunicazione digitale è il nostro pane quotidiano: accomodati a tavola, non vediamo l’ora di stupirti con le nostre ricette!

POST A COMMENT