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@Scusatema: una food stylist con le mani in pasta

Quello di Ilaria Di Emidio – in arte @scusatema – è secondo noi uno dei progetti più interessanti su Instagram. Abbiamo deciso di intervistarla per scoprire chi c’è dietro l’account diventato un vero e proprio inno alla pasta italiana e alle tradizioni delle varie regioni.

Di che pasta è fatta Ilaria? Raccontaci chi è, cosa fa, dove vive, cosa sogna @scusatema

Ho studiato grafica e comunicazione, e poco dopo la laurea sono andata a Berlino dove ho lavorato come grafica (e dove ho finito per vivere per dieci anni). Ad un certo punto, un po’ per caso tramite un cliente, sono passata alla fotografia e allo styling. La passione per il cibo e per la fotografia facevano già parte della mia vita e di quello che ero, dall’essere gioco fin da bambina, all’essere un modo perfetto per conoscere varie culture, passate o presenti, lontane o vicine, ma ho iniziato solo in quel momento a pensare che forse, combinati insieme, potessero diventare un lavoro. E proprio un bel lavoro!

La mia pagina Instagram è nata dopo, più che altro come esercizio per me stessa per migliorare tecnicamente, e pian piano si è trasformata in un piccolo angolo in cui poter essere libera di fare ciò che volevo, ritrarre i piatti e le ricette che più mi piacevano, cosa non sempre possibile quando si ha un cliente e un briefing. Non c’era un vero e proprio piano dietro: ho iniziato a realizzare quelle ricette a cui ero più legata, che stando fuori dall’Italia mi riportavano un po’ più vicina a casa, o qualcosa che magari stavo scoprendo anche io per la prima volta, che avevo ricercato, mi aveva appassionata, avevo voluto provare.

In generale, anche adesso, il bisogno che sento ogni volta e da cui nasce l’idea per un piatto o per una foto è l’entusiasmo e la passione per quel piatto o per un prodotto o un posto che amo, o la curiosità per qualcosa che non conoscevo e sto scoprendo. Il volerli trasmettere agli altri, farli conoscere, farli vedere con gli stessi occhi con cui li guardo io.
Ho sempre amato l’Italia, con tutti i suoi ben noti problemi, ma forse lo stare tanti anni all’estero mi ha permesso di aggiungere un ulteriore livello di lettura, una diversa prospettiva con un pizzico di amore in più. Ora sono da poco tornata in Italia, ho scelto di ricominciare da Milano, poi chissà.

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Il tuo stile è del tutto riconoscibile. Come ci sei arrivata e cosa fa di preciso una food stylist?

Il lavoro del food styling, in particolare, consiste nel preparare e presentare il cibo e i prodotti al meglio, adattandosi di volta in volta alle richieste del cliente. Ma vuol dire anche sapere come i cibi reagiscono nel tempo alle cotture, alle temperature e alle a volte necessarie lunghe attese. Vuol dire sapere anche come reagirà quel soggetto alla ripresa in macchina, alle luci e al punto di vista. Richiede una dose di competenza tecnica, ma anche tanta capacità di concentrazione, improvvisazione e attitudine alla risoluzione dei problemi.

Ti andrebbe di dare qualche consiglio a chi volesse fare il tuo lavoro?

Un tempo era un lavoro molto più “scientifico” e lo si poteva imparare solo assistendo altri food stylist sul set, la famosa esperienza. Con la quale piano piano si costruisce anche un proprio stile, quella cosa che per quanto i soggetti e le luci e i set possano cambiare emerge sempre anche se delicatamente a fare da filo conduttore a tutti i lavori. Ed evolve nel tempo insieme a noi. Se posso nel mio piccolo dare dei suggerimenti, direi di metterci tanta passione ed entusiasmo, molta pazienza e cercare sempre di far trasparire l’amore per quello che stiamo facendo.

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Quando e perché il tuo account Instagram è diventato un inno alla pasta italiana?

L’interesse per la pasta fresca è cresciuto in questo contesto: è accaduto organicamente e non saprei dire quando di preciso è iniziato. È un campo così vasto da ricercare, sottolinea e mostra tutte le piccole sfumature e tradizioni che hanno fatto la storia del nostro paese prima ancora che fosse un vero Paese, ma si espande anche all’estero (vari sono i tipi di pasta riscontrabili anche in altri paesi). Nessun ingrediente è utilizzato senza alcun motivo, tutto è il risultato di una qualche necessità o peculiarità del territorio, trasformato dalla terra o formato da credi e religioni.

La bellezza della pasta è anche tutto quello che porta con sé. Un certo formato chiama un determinato condimento, tendenzialmente tradizionale ma non necessariamente, perché la forma, la tenacia dell’impasto, la ruvidezza della superficie sono fatti per quel condimento.
E quel condimento sarà specchio e vetrina dei prodotti del territorio, celebrandoli ed esaltandoli sia in casi di generose abbondanze in certe terre, sia di scarsità di prodotti e dover fare di necessità virtù, sia per posizionamento geografico e clima che per periodo storico (guerra e povertà, o grande dislivello tra classi).

In più fare la pasta può dare dipendenza, c’è qualcosa di così rilassante e terapeutico nel gesto, ed è quindi diventato spontaneamente qualcosa a cui torno anche solo quando ho bisogno di sfogare stress o svuotare la mente. Il bello del fare la pasta è il suo essere alla portata di tutti e per quanto non perfetta sarà comunque molto buona. Non è elitaria. Allo stesso tempo richiede una maestria incredibile per essere fatta veramente bene, facendole raggiungere vette meravigliose.

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Che sapore ha l’Abruzzo? Quali sono i tuoi piatti del cuore, quelli della tradizione, che chi visita l’Abruzzo dovrebbe assolutamente gustare?

L’Abruzzo per me ha un sapore semplice ma deciso. Il sapore di ingredienti poveri ma lavorati, senza troppe complicazioni, in modo da raggiungere vette altissime. È il sapore dei prodotti della terra e del mare, sempre riconoscibili, mai mascherati. È il sapore di agnello o meglio, di pecora. Poi uova, pecorino ed erbe di campo. Buon vino, olio, lenticchie e salumi. E zafferano! Questi sono per me i sapori che mi fanno sentire subito a casa. Così come un bel piatto caldo di scrippelle ‘mbusse (crespelle cosparse di pecorino grattugiato, arrotolate e immerse – ‘mbusse vuol dire bagnate – in un buon brodo, possibilmente di gallina). Poi la Chitarra con le Pallottine, diffusissima in tutto il Teramano, le Ceppe al ragù di Civitella, il Brodo con il Cardo che sa di Natale, gli Arrosticini, il Formaggio Fritto, il pane con la Ventricina o con della salsiccia fresca, tutto poi abbrustolito al camino, le Pizzon’d delle feste di paese (frittelle salate, soffici e croccanti), e le Virtù teramane, una minestra che si mangia il 1 maggio fatta con una lista di ingredienti interminabile ma tutti rigorosamente avanzi o prodotti disponibili nell’orto in quel periodo dell’anno. Richiede giorni di preparazione coinvolgendo più famiglie, che poi sempre insieme gusteranno il piatto. E i Maccheroni alla Mugnaia di Elice, una pasta antichissima dalla preparazione laboriosa che tuttora sopravvive.

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Questi sono piatti che spesso possono essere trovati nelle case, quindi cercate di farvi invitare a pranzo magari di domenica, gli abruzzesi sono in fondo molto ospitali. Ma per gustare i Maccheroni alla Mugnaia, consiglio di andare direttamente alla fonte e provare il ristorante La Mugnaia, in Contrada Piano di Sacco.

Un angolo dove trovare poi molti dei piatti più tradizionali, trattati con amore e rispetto è quello del ristorante Il Bacucco d’Oro a Mutignano, qualità altissima, rispetto della stagionalità e tanta passione che traspare dalle parole del proprietario che non vi negherà due chiacchiere.

L’Abruzzo è una terra ancora un po’ nascosta, assolutamente da visitare. Polmone verde d’Europa, ha mare, montagne, boschi e paesaggi bellissimi, eremi e piccoli borghi. Tutto a portata di mano, e tutto annidato in una zona, il centro Italia, così ricca di bellezze e prodotti meravigliosi, artigianato ad altissimi livelli e tanto altro che rubano il cuore a chiunque si prenda il tempo di visitarla.

Il tuo blog ha una caratteristica particolare, non ha testi. Ti va di raccontarci questa scelta?

Il mio blog non ha testo perché è in realtà un portfolio fotografico. Ma sempre più spesso mi ritrovo costretta negli spazi strettissimi di Instagram con i miei testi, e a dirla tutto vorrei un posto tutto mio dove fargli trovare casa, quindi appena capirò come fare mi riprometto di aggiungere una sezione al sito dove poter aggiungere un ulteriore livello di narrazione con anche i testi così che la parola, le immagini e i sapori lavorino tutti insieme ad arricchirsi e rafforzarsi.

 

Uno dei post di maggior successo dedicato a Ilaria su @italialiaintavola è una raccolta di 10 tra i circa 250 tipi di pasta made in Italy. Li riconoscerai tutti?

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