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Turismo esperienziale: 5 consigli per gli operatori food

Quello esperienziale è un tipo di turismo dove all’ospite viene data l’opportunità di fruire del territorio in maniera innovativa rispetto all’offerta standard. Il turismo esperienziale nasce dall’esigenza di valorizzare un prodotto o un servizio turistico, differenziarlo da altre offerte e soprattutto rendere l’ospite attore e autore del tempo che trascorre o in cui vive l’esperienza.

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Perché il turismo esperienziale è sempre più importante?

Le basi del turismo esperienziale partono da principi analizzati sin dagli anni Ottanta, all’interno del processo dell’economia delle esperienze. Ciascuno di noi, quando si avvicina alla fase di acquisto o valuta alternative, segue un percorso psicologico influenzato dagli stimoli (comunicazione, immagini, marketing) che riceve.

Cosa comporta questo nel turismo?

Semplice: per valorizzare il prodotto o servizio turistico abbiamo bisogno di introdurre degli stimoli in grado di coinvolgere l’individuo dal punto di vista emozionale. Inoltre, dobbiamo puntare a generare occasioni in cui intrattenimento e apprendimento si fondono (edutainment), e che parlino delle passioni condivise, creando relazione.

In una parola? Unicità!

Ciascuno di noi è diverso dall’altro, pertanto le attività inserite nell’esperienza vengono percepite in maniera soggettiva. A questo si aggiunge che il turismo esperienziale è un turismo di autenticità, che valorizza l’unicità del luogo, fa affiorare tradizioni, attitudini, specificità della comunità locale.
Se realizzato in maniera corretta è, quindi, un turismo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e anche economico.

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“Gli ingredienti” necessari a costruire un prodotto turistico esperienziale

Il turismo esperienziale è un turismo trasformativo, che richiede la capacità di coinvolgere tutti e cinque i sensi dei partecipanti. Costruire esperienze non è semplice: richiede competenze tecniche, profonda conoscenza del territorio e amore per la destinazione, capacità di ascolto delle comunità locali e dell’ospite, e molta creatività.
Per strutturarsi, il turismo esperienziale attinge alle dinamiche della “gamification”, dando vita a un processo che si sviluppa in varie fasi. C’è un’impresa da compiere, una sfida, un ostacolo da superare, degli avversari con cui confrontarsi, il raggiungimento dell’obiettivo e infine… la celebrazione della vittoria!

La leva principale di tutto il processo è il coinvolgimento dei partecipanti, per stimolare il loro senso di appartenenza al luogo dove si trovano.

La narrazione (storytelling) è uno degli elementi fondamentali di un’esperienza turistica di questo tipo: narrare attraverso i racconti – le parole, le immagini – la storia di un produttore di vino piuttosto che di un oggetto fatto a mano, è il primo attrattore che condiziona psicologicamente il nostro ospite.

Un passaggio ulteriore è poi è rappresentato dalla possibilità di far mettere “le mani in pasta” all’ospite. In ambito enogastronomico, per esempio, cooking class, competizioni gastronomiche, degustazioni di vino o di olio con messa in gioco immediata delle competenze precedentemente acquisite durante una visita, sono soltanto alcuni degli elementi che possono comporre le varie fasi di un’esperienza.

Story-telling, quindi, ma anche story-living: il turista diventa realmente protagonista e consum-attore, ossia contemporaneamente creatore e fruitore della sua esperienza.

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I vantaggi dell’approccio esperienziale: perché una destinazione o un operatore del settore dovrebbero investire nella creazione di esperienze

Il turismo esperienziale è frutto della passione di chi lo eroga, della sua professionalità e della passione di chi lo cerca o lo vuole sperimentare.

Valorizzazione, autenticità, unicità, esclusività, personalizzazione dell’esperienza sono componenti che ci consentono di descrivere il turismo esperienziale come un turismo “di lusso” dal punto di vista dei contenuti. Un turismo ricercato, che consente anche di applicare un prezzo maggiore ai prodotti e servizi collegati.

Inoltre, l’attuale emergenza COVID-19 ci ha messo davanti a nuove sfide in questo campo: numerose ricerche ci parlano di un aumento notevole dei turisti alla ricerca di esperienze in un contesto di sostenibilità per le economie locali, di ricerca di prodotti a km zero che si narrano e che si “sperimentano” assaggiandoli o utilizzandoli per creare dei piatti.

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Il concetto di “esperienza” sta cambiando l’approccio al viaggio?

Come affermato in “Turismo 4.0. Innovazione, marketing e CRM per un approccio centrato sull’ospite”, secondo la UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, il mercato del turismo esperienziale aumenterà del 57% entro il 2030. Le attività esperienziali costituiscono in gran parte la motivazione stessa che spinge il turista a viaggiare. Lo dimostra il fatto che il 26% del budget delle proprie vacanze è destinato ad attività di questo tipo. Inoltre, nel caso di soggiorni brevi, come i weekend, si arriva addirittura a un terzo (il 31%).

I bisogni dei viaggiatori sono sicuramente cambiati rispetto al passato, come emerge da una recente ricerca di Skift, società americana specializzata in trends e analisi su comportamenti, motivazioni e preferenze dei viaggiatori. Solo il 35% dei viaggiatori intervistati ha dichiarato di pensare a un viaggio per “riposarsi e ricaricarsi”. I turisti, oggi, vogliono sentirsi “cittadini temporanei” del luogo che li ospita e poter tornare arricchiti e soddisfatti dopo aver fatto esperienze attive e autentiche.
Cambia anche la percezione del concetto di “lusso”: se un tempo era rappresentato dall’albergo esclusivo, bello e prestigioso, ora il 69% i viaggiatori preferisce spendere per delle attività esperienziali e personalizzate. Il turista desidera un prodotto su misura, vuole poter scegliere e spesso lo fa prediligendo elementi intangibili, per i quali è disposto a pagare un prezzo più alto.

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Turismo esperienziale: 5 consigli per gli operatori food!

1. Siete esperti del cibo che producete: imparate a condividerlo con il vostro pubblico in maniera semplice e con empatia.

2. Lasciate che il vostro piatto si narri: pensate a un menu dettagliato che descrive l’origine, gli ingredienti, la preparazione della pietanza. Non date nulla per scontato!

3. Siate creativi nell’accoglienza: la vostra cantina, il vostro ristorante, caseificio o laboratorio di produzione possono diventare il palcoscenico di un teatro con attori veri (voi e i vostri ospiti) e una storia autentica da portare in scena. Fatevi aiutare da un professionista del settore per disegnare esperienze memorabili da far vivere al vostro pubblico!

4. Approfondite le conoscenze del territorio dove operate. Questo vi aiuta a far risaltare e promuovere al meglio sia il vostro prodotto che la comunità locale.

5. Fatevi questa domanda: perché l’ospite/il turista viene o dovrebbe venire da me? Trovare una risposta è meno facile di quello che si pensa, ma è fondamentale per costruire un’esperienza davvero unica.

 

 

Scritto da:

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Giovanna Tosetto
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Creativa e poliedrica, è specializzata in economia del turismo e design di esperienze emozionali. Da anni si occupa di turismo a 360 gradi, lavorando come guida turistica, congress manager, consulente per progetti europei e formatrice. Ha appena completato la sua formazione con il Global Sustainable Tourism Council (GSTC) per diventare sviluppatrice di destinazioni sostenibili.

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